Comunicato n° 185bis - 4 febbraio 2006


Agostino Bonalumi nasce nel 1935 a Vimercate (Milano). Dalla metà degli anni cinquanta lavora ed espone assieme a Piero Manzoni, Enrico Castellani e a quel gruppo di artisti milanesi che prendeva le mosse dal gruppo Cobra, lo Spazialismo di Fontana e il Nuclearismo, e che Dorfles accomuna nell’ambito della “arte oggettuale”. Partecipa ad importanti mostre tra cui: “Nuove Tendenze” a Basilea (1963), “Aktuel” a Berna (1965), “Gruppo Zero” a Venezia (1965), “Lo spazio dell’immagine” a Foligno (1967). Ha importanti esposizioni personali alla Galleria Bonino di New York e al Museum am Ostwall di Dortmund nel 1968, dove realizza l’opera Grosse environment di 18x16x12 metri. È del 1970 il primo lavoro per il teatro, con la scenografia e i costumi per il balletto “Partita” di G.Petrassi al Teatro Romano di Verona (di cui è lo studio una delle tavole di DIARIO ITALIANO). È presente alla Biennale di Venezia nelle edizioni del 1966, 1970 con una sala personale, 1986. Nel 2001 è insignito del Premio Presidente della Repubblica, con una mostra presso l’Accademia Nazionale di San Luca. Tra le più recenti, la mostra dal titolo “Agostino Bonalumi. Estroflessioni dalla tela alla scultura” si è tenuta alla Galleria Blu di Milano nell’ottobre 2005.

La particolarità di questa edizione (1) di Agostino Bonalumi consiste nella compresenza di tavole grafiche e di testi manoscritti. É un diario di immagini e parole, un contenitore dei progetti dell’artista ma anche dei suoi pensieri, una “scatola dei suoi sogni formali e dei suoi sdegni quotidiani, politici, culturali”, come scrive nella presentazione Enrico Crispolti.
Il contenitore-oggetto, in vetroresina e legno, è una vera e propria opera e può considerarsi complementare alle tavole in serigrafia. Assieme ad esse, infatti, dà forma alla bandiera tricolore italiana, omaggio, con riserva, dell’artista al suo Paese.
Nei manoscritti gli oscuramenti, che “l’Autore, su parere del proprio legale, si è visto costretto ad apportare” ai testi, sono un gesto cautelativo e al tempo stesso polemico, siglato dalla citazione del Codice Penale ripetuta in ciascuna tavola come formula di ufficialità.
A prima vista si potrebbe percepire un certo stridore tra l’immagine elegante, pura, di raffinata qualità estetica e formale della pittura oggettuale di Bonalumi e i suoi testi, una confessione a tratti arrabbiata e polemica, a tratti ironica, a tratti amara. Tuttavia è proprio in questo spiazzamento che si può assaporare il valore della grafica, di queste opere multiple spesso considerate di second’ordine rispetto ai pezzi unici, ma che danno l’opportunità di conoscere aspetti inediti, meno conosciuti dell’attività di un artista e del suo pensiero. Aspetti marginali che proprio per questo loro stare al limite tra l’ambito artistico e quello quotidiano, comune, laico, permettono una definizione più articolata dell’opera dell’artista.
Nelle opere di Bonalumi il rigore formale, che i progetti di questa edizione svelano attraverso lo studio degli sviluppi di forme, di curve, di equilibri ritmici e forze dinamiche, va sempre di pari passo all’interazione con la materia e la tecnica, con la realtà dell’oggetto e della struttura.
L’arte oggettuale, al cui interno Bonalumi stesso si colloca assieme ad Alviani, Castellani e Scheggi (oltre che Manzoni), è così definita dall’artista in queste tavole: “Vi è una corrente dell’arte europea contemporanea che è sicuramente una delle più rilevanti, delle più consapevoli e precise [...]. Questa corrente è nata a Milano ed è conosciuta e riconosciuta tra i valori più autentici dell’arte non solo italiana ma europea d’oggi”.
DIARIO ITALIANO mostra l’anima critica e contestatrice dell’arte oggettuale. Non è solo la superficie del quadro ad essere messa in discussione, ad essere sottoposta a tensioni e sbilanciamenti ; lo è anche e prima di tutto la realtà, il mondo dell’arte e della politica, la società in cui l’artista vive e di cui riesce a dare un’acuta valutazione, che per molti aspetti, dopo trentacinque anni, è ancora attuale.

Giulia Girardello

 

(1) Diario Italiano, 1970. Contenitore con n.16 serigrafie di cui n.6 tavole di immagini, n.7 di testi manoscritti, n.3 di testi dattiloscritti. Tiratura 69/90. Edizioni Grafica Internazionale, Roma.
Esposta nella mostra collaterale a VICENZA ARTE 2006 su invito di Ente Fiera Vicenza e successivamente al Museo Casabianca (19 marzo – 17 aprile) nel contesto di PARETI DI APPOGGIO che vede in rotazione le opere del Fondo Depositi.



Apertura: domenica e festivi 10.00 - 12.30 15.00 - 18.30; gli altri giorni su appuntamento, sabato chiuso.


MUSEO CASABIANCA - Largo Morandi, 1- 36034 MALO - Italia
Tel. 0445.602474 – fax 0445.584721- info@museocasabianca.com - www.museocasabianca.com
Gestione: Associazione Culturale “Laboratorio per l’arte contemporanea Città di Malo”
Curatore: Giobatta Meneguzzo
Aderente alla Rete Museale Alto Vicentino
- tel.0445.580459